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Du Lac et Du Parc, il lago nel destino: i Pederzolli raddoppiano

Paolo Pederzolli e suo figlio Andrea, rispettivamente presidente e consigliere delegato
della società del resort di Riva del Garda Du Lac et Du Parc, raccontano ad HotelMyPassion
i progetti per la loro storica struttura in Trentino e per quella appena acquisita sul versante veronese del Lago.
E nel frattempo si godono una stagione che si preannuncia come la migliore di sempre

Vista aerea del Resort

 

Non c’è Lago di Garda senza Du Lac et Du Parc. Lo storico resort di Riva del Garda è diventato nel tempo uno dei simboli dell’intero territorio che dal Trentino si affaccia sullo specchio d’acqua, pur cambiando volto ogni anno. Merito del suo owner Paolo Pederzolli, e del figlio e consigliere delegato Andrea, che hanno preso davvero sul serio il mestiere di imprenditore, facendo dell’investire (e del reinvestire) un comandamento. Ne è prova l’altra struttura del gruppo, l’Hoody di Arco, ma soprattutto il nuovo progetto del Club Hotel Olivi di Malcesine, sul versante veneto, da poco rilevato e da trasformare – nei progetti dei Pederzolli – nel nuovo indirizzo luxury sul grande lago.

HMYP: Per la struttura di Riva del Garda che stagione estiva si prospetta?

A.P.: L’estate promette di essere la migliore di sempre, a livello di pick-up siamo avanti anche rispetto allo scorso anno, che era già stato da record. Non c’è un mese scarico rispetto alla stessa data dell’anno scorso.

HMYP: È tornato l’early booking che era tanto mancato in pandemia?

A.P.: Sì. Ma da noi non era mai venuto meno: la nostra è una clientela fatta di molti ospiti abitudinari, che da sempre prenotano con largo anticipo. La stagione è appena partita e vorremmo replicare quella dell’anno scorso, quando abbiamo tenuto aperto anche a dicembre e fino al 20 gennaio.

Murialdo Suites Penthouse

HMYP: Quali sono i tre elementi che fanno la differenza tra la vostra struttura e quelle concorrenti?

P.P.: Con la nostra famiglia siamo qui da circa 25 anni, e nel corso del tempo abbiamo sempre reinvestito gli utili. Ecco, la nostra differenza sta nella capacità di investire continuamente: un elemento che fa sì che la clientela ritorni sempre con piacere, perché sa che ogni anno troverà qualcosa di nuovo. Aggiungo un altro elemento di forza “strutturale”, che è il nostro parco: sette ettari e mezzo sul lago che costituiscono la location ideale per le famiglie e le coppie che desiderano passare un periodo di vacanza in mezzo alla natura. Con il plus di una proposta di sistemazioni molto varia, che va dall’albergo puro ai bungalow, dalle Suite La Villa a quelle Murialdo. In ultimo, c’è il fattore del personale: abbiamo con noi persone veramente in gamba, che hanno sposato la nostra filosofia e mettono l’ospite in una situazione di pieno comfort.

HMYP: Che situazione rilevate sul fronte della ricerca di personale?

A.P.: La carenza di domanda si fa sentire, è il primo anno che anche noi siamo in leggera difficoltà. In piena stagione arriviamo a contare 220 dipendenti, e su alcune figure non è semplice trovare la quadra: a volte capita di avere un accordo e che le persone non si presentino all’ultimo minuto. E in una situazione del genere c’è anche un po’ di cannibalismo tra le varie strutture.

Il meraviglioso parco

HMYP: Dal punto di vista delle nuove cubature gli ultimi interventi sono del 2007. Prevedete sviluppi in tal senso?

A.P.: In primo luogo, avendo 254 camere in portfolio, i lavori sono quasi a ciclo continuo. Quanto ai nuovi investimenti infrastrutturali, siamo all’interno della cosiddetta “fascia lago”, dove in assenza di un nuovo piano non possiamo fare investimenti aggiuntivi, se non di manutenzione ordinaria e straordinaria. La situazione dovrebbe sbloccarsi l’anno prossimo, e abbiamo una serie di nuovi progetti pronti a partire, ad esempio quello di una piscina per bambini.

HMYP: Nel frattempo, che novità troveranno quest’anno gli ospiti al Du Lac et Du Parc?

A.P.: Abbiamo rifatto impianti e arredamento interno di otto bungalow, e qualche innesto nelle parti comuni. Ma la struttura centrale è nuova, è stata ristrutturata l’anno scorso. Quando sarà attivo il nuovo piano, vorremmo alzare il livello di servizio, realizzando una serie di bungalow dotati di servizi luxury, come l’idromassaggio e la piscina privata.

HMYP: Repeaters. Quanto contano per voi?

A.P.: Se consideriamo come repeater anche chi torna soltanto una seconda volta, arriviamo al 30-35% del totale. Bisogna considerare che il nostro servizio fidelity parte dal quinto anno, e già quei volumi di ospiti sono una parte consistente.

HMYP: Quanto pesano gli stranieri sui vostri volumi complessivi?

A.P.: Il cliente italiano l’anno scorso – contando anche l’apertura di dicembre, che è stata prevalentemente di prossimità – ha coperto il 10-11%. Tutto il resto ci arriva dall’estero: la gran parte la copre il mercato tedesco, che dal Covid in poi è tornato stabilmente sopra il 30%. Il secondo mercato è quello inglese, che pesa sopra il 15%. L’unico mercato ad essere sparito è quello russo: era il terzo, superiore a quello italiano, e oggi è stato sostituito da altri mercati, come quelli arabi e quello americano, che è di poco sotto il 10%.

HMYP: Avete acquisito il Club Hotel Olivi di Malcesine, in Val di Sogno. A che punto è il piano di restyling?

A.P.: Siamo in dirittura d’arrivo con lo studio che abbiamo commissionato e che ci darà elementi per decidere come posizionare la struttura. Poi sceglieremo l’architetto e il progetto. Ma certamente la struttura, che è aperta, farà tutta questa stagione per com’è, fatti salvi piccoli miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda la gestione. Forse anche la prossima stagione sarà di traghettamento, perché un investimento del genere comporta lavori che non si riusciremo a portare a termine con la chiusura di una sola stagione.

HMYP: Che profilo ha oggi?

A.P.: È un 3 stelle prettamente sportivo, con 85 stanze e nove campi da tennis. Il nostro desiderio è quello di arrivare a circa 100 stanze e di cambiare decisamente mercato, passando a un 4 stelle o – più probabilmente – a un 5 stelle, quindi con demolizione e rifacimento completo. Non è un restyling, ma un investimento importante: 8 milioni solo per l’acquisto e altri 20 milioni circa per la costruzione.

HMYP: Prevedete un eventuale rebranding per armonizzare le due strutture?

A.P.: È presto per dirlo, e comunque su questa struttura – rispetto al Du Lac – la compagine societaria è diversa, qui siamo in partnership con il gruppo Arcese, leader internazionale nel settore della logistica e dei trasporti.

HMYP: E poi c’è la struttura di Arco, l’Hoody.

P.P.: Sì, una struttura sportiva da 42 camere, ci sta dando tante soddisfazioni su un target diverso, quello del turismo attivo, con un’apertura quasi annuale.

HMYP: Il lago nel destino. Pensate di investire anche altrove?

P.P.: Se ci saranno occasioni, siamo pronti. Abbiamo valutato qualche opportunità in Toscana e a Cortina. La montagna ci piacerebbe molto. Al Du Lac abbiamo prolungato la stagione invernale e siamo vicini alle montagne, ma per andare a Madonna di Campiglio ci vuole comunque un’ora. Una struttura montana ci darebbe la possibilità di offrire al personale una copertura occupazionale anche sull’inverno e di completare l’offerta per gli ospiti amanti degli sport sulla neve.

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