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Romeo Hotel, Napoli

Al perfetto city hotel si chiede di essere bello, moderno, funzionale e accattivante. E questo cinque stelle napoletano incarna perfettamente il concetto.
L’ambiente è d’eccezione: temi, arti, stili ed epoche.
Grandi dell’arte contemporanea come Lello Esposito, Francesco Clemente, Sergio Fermariello, Mario Schifano e Gregorio Botta, accanto ai fermo immagine di big della fotografia – da Vincenzo Castella a Mimmo Jodice, da Pino Musi ad Antonio Biasucci. Capolavori d’arredo Made in Italy mescolati a marmi pregiati e antichità che vanno dal XIV al XVII secolo.
Il mix è perfetto. Perfetto come il Romeo Sushi Bar & Restaurant, gestito dallo chef giapponese Keisuke Aramaki che offre il meglio della tradizionale cucina giappo, in un contesto di assoluta raffinatezza.

Anche la posizione fa strano. È decisamente inusuale per un albergo. Tra Piazza del Municipio e il terminal per l’imbarco delle navi da crociera. Una volta qui c’era la sede della flotta Lauro. Ora di quel passato è rimasto solo il ricordo, ma la vista mozzafiato sul Vesuvio e su Capri resta come anche il rapporto viscerale tra l’edificio e il mare.

Lo capisci subito guardando la facciata dell’hotel. Leggera, curvilinea. Proprio come le onde e sempre diversa a seconda delle ore del giorno per effetto della rifrazione del sole sulle curve del vetro.
Tutto l’hotel – e la cosa mi ha sorpreso non poco – poi è un gioco continuo tra spazio e luce. Il vetro è ovunque. L’impressione è che non esista più un confine tra un ambiente e l’altro.Mi spiego meglio. Le camere – 83 di cui 24 suite – sono concepite come open plan, lo stesso vale per i bagni che consentono vista sul mare, anche se in questo caso, ci sono pannelli scorrevoli che ti danno l’opportuna privacy.
Stesso concetto per il Ristorante Gourmet Il Comandante sul rooftop con tanto di stella Michelin, per la hall che sembra mescolarsi a Napoli, per la lobby e per il Beluga Skybar al nono piano della struttura.
L’ambiente è eclettico, vetrina del gusto contemporaneo a 360 gradi. A renderlo unico la presenza di un’opera di Francesco Clemente e un mix di marmi, acqua e vetro impact dall’alto effetto scenografico ed emotivo.
Ah, per non parlare della SPA. Qui, al piano inferiore della struttura, il benessere non solo è luxury ma anche decisamente hi-tech.

 

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